ForumCommunity

Hitman, Contracts

« Older   Newer »
  Share  
hit man
view post Posted on 25/4/2005, 20:01




Ritorna l'agente 47 e lo fa con un'avventura strana, frammentata. Difficile credere che uno come 47, un uomo creato in provetta per essere il migliore degli assassini, possa un giorno ritrovarsi ferito, in balia degli eventi. Eppure è così che inizia questa terza avventura di Hitman. Vediamo il nostro discutibile eroe che si trascina in una stanza d'albergo, palesemente ferito all'addome. Sembra braccato: da chi non ci è dato saperlo, ma la minaccia è evidente e immediata. E nel delirio causato dalla ferita, il protagonista ricorda molti "contratti" del passato, svolti con la consueta perizia e professionalità. Sembra strano, ma queste poche informazioni sono tutto ciò che in termini di narrazione collega le numerose missioni del gioco. L'utente ripercorre questi lavori senza quel filo conduttore che non è mai mancato nei passati capitoli della serie.
Gli sviluppatori hanno adottato questa particolare soluzione per sentirsi liberi nello sviluppo del gioco, evitando di legarsi a una trama che avrebbe chiesto un pegno di coerenza. Così facendo si sono riservati la libertà di spostare Hitman in giro per il mondo, commissionargli omicidi di ogni genere e creare ambienti e situazioni grottesche e violente. I risultati forse non sono significativi come gli autori si aspettavano, ma si fanno apprezzare. La varietà delle ambientazioni va di pari passo con il tipo d'azione richiesta al giocatore, raramente ripetitiva. Impegnandosi ad entrare nella parte è possibile portare a termine il proprio lavoro nei più svariati modi: se la soluzione "ammazzo tutti e scappo" è sempre disponibile, non si può accusare gli sviluppatori di scarsa originalità nell'offerta di altre opzioni, nella maggior parte dei casi legate alla natura dei livelli. Impensabile agire in un covo di motociclisti con gli stessi mezzi adottati in una base militare.

LA MASCHERATA DI CARNEVALE
Ma l'agente 47 è un professionista, non improvvisa nulla. I mezzi con cui agisce sono pochi e collaudati. E' in grado di travestirsi, rubando i vestiti a qualche ignaro comprimario, o nella migliore delle ipotesi, trovandoli già pronti. Il travestimento è un punto imprescindibile per ogni missione. Senza questo accorgimento non si farebbero due passi. Troppo vistoso l'impeccabile completo nero di Hitman per infiltrarsi negli ambienti più improbabili. Impensabile spostarsi all'interno di ambientazioni enormi con il solo favore delle ombre. Gli avversari hanno occhi ben aperti e si allarmano facilmente.
Un travestimento non è tutto, è solo il primo passo verso l'obiettivo. Anche con abbigliamento adatto all'occasione e all'ambiente bisogna stare attenti. Camminare lentamente, tenersi lontani (per quanto possibile) dagli avversari, evitare di andare in giro con le armi in vista, sono questi i primi accorgimenti che s'imparano mettendo piede nel mondo di Hitman: Contracts. Se non ci si applica è facile farsi scoprire: basta avvicinarsi a qualunque avversario per vedere tremolare la barra che indica un pericolo imminente. A questo proposito, un utilizzo intensivo della mappa è fondamentale: su di essa sono segnalati in tempo reale i movimenti di tutti gli abitanti del livello, compresi i bersagli, nonché eventuali punti d'interesse. Senza la mappa sarebbe estremamente frustrante aprire una porta, andare a sbattere contro una guardia anch'essa in procinto di passare attraverso la porta e venire scoperti.
Aggirare le misure di sicurezza degli avversari non è solo una questione di travestimento e azione. Raramente si avvicina un bersaglio con così poco. E' necessario trovare una tecnica d'omicidio che vada oltre un banale colpo di pistola. Alle volte basta anche così poco, ma nella maggior parte dei casi assolutamente no. Per lo meno se si vuole godere al massimo dello spirito del gioco. E' chiaro che un'azione di forza ed una fuga repentina sono soluzioni sempre disponibili, ma ci si accorge in fretta che non è quello il modo di giocare. Molto meglio studiare attentamente l'ambiente, scoprire oggetti da utilizzare come armi, trovare un modo di avvicinarsi al bersaglio e, una volta che si è trovata una probabile soluzione, sperimentarla. Anche così facendo è molto difficile riuscire al primo colpo. Hitman: Contracts, infatti, è un gioco che nei momenti cruciali non perdona alcun errore: se si viene scoperti "con le mani nella marmellata" alle spalle di un bersaglio, è meglio mettersi l'animo in pace e riprendere dall'ultimo salvataggio.
Si può anche tentare una fuga, nascondersi e riprendere il lavoro, ma in questo caso si rovinano le proprie statistiche, fondamentali per ottenere interessanti contenuti aggiuntivi una volta portato a termine il gioco e si rischia inoltre di non riuscire a muovere un passo senza destar sospetto. E' infatti molto difficile sfuggire alle attenzioni di guardie e nemici messi in allarme.

UN ASSASSINIO DA MANUALE
In ogni caso, lo spazio per fuggire non manca mai. Rispetto ai capitoli precedenti, Hitman: Contracts si distingue per l'enormità dei livelli. Capita di muoversi in enormi aree aperte, ma anche in grossi edifici. Ogni tanto si ha l'impressione che alcuni ambienti siano aperti al pubblico solo per il gusto di esserlo: difficile trovare un modo di utilizzarli nel corso di una missione. In ogni caso, tutto questo spazio a disposizione impreziosisce ulteriormente la fase d'esplorazione. Il giocatore ha poche informazioni sui propri bersagli e ancor meno indicazioni su come svolgere il lavoro. Deve trovare da solo un metodo efficace. Purtroppo molte volte si ha la sensazione di trovare una soluzione solo grazie a un'attenta scrematura di tentativi e possibilità. Portare a termine una missione, non è una questione di abilità o bravura, quanto di pazienza e ripetizione. Più che giocare una partita a scacchi con il nemico, l'utente deve trovare il suo spazio all'interno di una immutabile catena di montaggio. E la sensazione non è sempre piacevole.
Quando dopo innumerevoli tentativi di far un passo in avanti risolti in un nulla di fatto, ci si accorge di una soluzione comoda, ma impensabile qualche momento prima, si ha l'impressione che il gioco non offra così tanta libertà. Del resto in altre occasioni è innegabile la presenza di scappatoie per ridimensionare l'impegno richiesto. Più di una volta non trovando un modo d'agire consono, siamo riusciti a portare a termine il lavoro con un'azione inaspettata. Un esempio? Un colpo di pistola da lontano contro un bersaglio in movimento in un'area discretamente sorvegliata. Nonostante tutti i pronostici fossero contro la riuscita di questa azione, nessuno si è accorto immediatamente del fattaccio, permettendoci una comoda ritirata. La sensazione è che gli sviluppatori abbiano lasciato diversi appigli grazie ai quali mantenere un livello di difficoltà accettabile. Una volta capito come agire, Hitman: Contracts diventa quasi facile, ma prima di arrivare a quel punto bisogna sudarsi tutte le proverbiali sette camicie. Per fortuna è stato confermato il sistema di salvataggio del precedente capitolo, che permette di salvare un numero limitato di volte all'interno di ogni livello.

IL SANGUE DEI VINTI
Le raffinate meccaniche di gioco, sono ulteriormente impreziosite da un'ottima atmosfera. I cattivi sono davvero cattivi, ed Hitman è spietato quanto basta per sopravvivere in un ambiente poco raccomandabile. Violenza e comportamenti discutibili sono rintracciabili in ogni livello, ma nonostante tutte le polemiche che da sempre hanno accompagnato questa serie, non ci sembra che vengano raggiunti livelli d'immoralità tali da giustificare grosse diatribe. Anche perché a livello visivo, il gioco non indugia eccessivamente su particolari forti. Sangue ce n'è, ma non scorre a fiumi e non sembra nemmeno troppo realistico. Anche tecnicamente il gioco non punta su un realismo esasperato. I modelli poligonali dei personaggi, con l'esclusione di Hitman, non sono particolarmente evoluti. Si vede da lontano che sono finti. C'è da sottolineare comunque l'ottima fisica dei corpi morti. Quando Hitman uccide qualcuno, può spostarne il cadavere. In questo frangente si può assistere a un ottimo rapporto tra le membra inerti del morto e gli oggetti contro cui va a sbattere. E' comunque un aspetto secondario, che purtroppo non trova conferme altrettanto valide in ulteriori situazioni di gioco. Anche perché tecnicamente Hitman: Contracts segna un po' il passo. Sarà lo sviluppo multipiattaforma, sarà l'utilizzo di risorse di calcolo in aspetti come l'intelligenza artificiale, ma è difficile notare differenze significative con la versione Xbox del precedente capitolo. Si può comunque apprezzare l'assenza di caricamenti all'interno dei livelli; considerate le dimensioni ragguardevoli, non è poco.
Sul fronte sonoro è indiscutibile l'apporto delle ottime musiche di Jesper Kyd alla creazione di un'atmosfera audio coerente con il gioco. Lo stile elettronico adottato si discosta dalla musica orchestrale composta dallo stesso autore per il precedente episodio, ma conferma le qualità del compositore come musicista a tutto campo, non solo nell'ambiente dei videogiochi. Non ci stupisce affatto che da pochi giorni un compact disc contenente la colonna sonora sia in vendita presso i negozi di musica online.
 
Top
0 replies since 25/4/2005, 20:01   96 views
  Share