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Prince of persia, Spirito guerriero

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hit man
view post Posted on 25/4/2005, 20:04




Subire diversi "game over" nell'allenamento di un gioco moderno significa essere incapaci certificati, oppure aver incontrato uno dei rari titoli davvero impegnativi. Qualunque sia la risposta esatta, di certo le cose cambiano sin dai primi momenti spesi con Prince of Persia Spirito Guerriero, "cattivo" per vocazione anche verso l'utente, che non ha più quelle facilitazioni date per scontate dal suo "solare" predecessore. La scelta di cambiare così radicalmente lo stile grafico deve avere legami stretti con altri generi attualmente molto di moda, come i picchiaduro in arena (soprattutto Mortal Kombat) e i vari titoli horror di ambientazione più o meno fantastica. Il salto, influenze reali o meno, è davvero notevole nei confronti del primo episodio, benché la struttura portante rimanga quella di sempre: negoziazione di enigmi (basati sull'agilità del protagonista), inserti narrativi e combattimento all'arma bianca.

PRINCE OF FIGHTING
Il Free-Form-Fighting, la prima novità inserita in questo seguito, è l'insieme di aggiunte al sistema di combattimento che ne amplia le possibilità per il giocatore, offrendo combinazioni, contrattacchi e mosse evasive in precedenza affidate al caso. La lista delle nuove mosse disponibili è veramente considerevole, ma la loro semplicità di utilizzo deve ancora migliorare in un eventuale (ma molto probabile) terzo capitolo. Capita spesso, infatti, di ritrovarsi a "martellare" i tasti per superare un combattimento, non riuscendo ad azzeccare la combinazione tanto sognata per dar vita a una mossa veramente utile. Quando ciò avviene, i risultati sono spettacolari, con il Principe impegnato a unire prese, controprese e fendenti in un'unica danza mortale, che spesso si conclude con la mutilazione cruenta dell'avversario (ora meno indifeso e raramente solo). La violenza in sé e per sé, necessaria in un gioco d'azione contemporaneo che si rispetti, è meno esplicita di quanto si potesse pensare, in parte grazie agli effetti speciali associati al combattimento (sfocature, dissolvenze e simili), in parte perché proprio non si è voluto insistere su questo abusato aspetto. Ciò nonostante, Prince of Persia Spirito Guerriero appare diverso dal predecessore grazie all'oscurità dilagante nelle ambientazioni, nei personaggi e nelle tematiche trattate dalla sceneggiatura.

PRINCE OF ROCK & ROLL
Le stesse musiche, pur conservando i temi orientali tanto cari alle versioni precedenti, offrono chitarre distorte in pieno stile Metallica o Limp Bizkit, che partono durante i combattimenti o nelle fasi più movimentate. Anche questo dettaglio, insieme alla maggiore difficoltà accennata in apertura, rende il gioco più "adulto" o, se preferite, chiaramente più "alla moda" come dimostra l'abito da residuato Metal che indossa il protagonista (un insieme di lacci e ferraglia cromata, che scopre naturalmente le possenti braccia). Questioni stilistiche a parte, la struttura di gioco rimane solida e interessante come già era apparsa un anno fa, benché il taglio col passato possa rivelarsi un bivio: chi apprezzava lo stile della prima uscita, difficilmente potrà digerire questo cambio di estetica, mentre i più critici salteranno spensierati sulla nuova carrozza targata Ubisoft. Accogliendo nuovamente i poteri di manipolazione del tempo (sempre sia lodata la possibilità di recuperare una caduta, o altro errore improvviso), assistiamo a un generale perfezionamento della realizzazione tecnica originaria, con alcuni esclusi concentrati perlopiù nelle inquadrature. Benché controllabili dal giocatore grazie allo stick destro, e i tasti appositi (uno per l'ormai famosa visuale d'insieme, un altro per guardare in prima persona), le inquadrature presentano talvolta i classici angoli predefiniti che non danno un reale senso delle distanza, problema che può diventare critico in un gioco basato sui salti acrobatici a decine di metri d'altezza.

PRINCE OF GRAPHICS
L'impegno speso nel creare un contesto credibile attorno al personaggio principale, nonostante il cambio d'abito e il salto nell'oscurità, emerge soprattutto nella realizzazione tecnica. Semplicemente ottimo per questa piattaforma (ma anche per altre, viste le qualità oggettive), l'insieme grafico-sonoro di Prince of Persia Spirito Guerriero è indubbiamente la prima "molla" che spinge ad andare avanti. La complessità poligonale dello scenario, che di primo acchito può non emergere vista la telecamera ravvicinata, si evidenzia nelle inquadrature lontane e nei colpi di regia, quando tagli cinematografici si inseriscono nelle fasi di azione o negli intermezzi, per buona parte girati con lo stesso motore grafico del gioco. Un simile impianto tecnologico richiede grossi sforzi all'hardware targato Sony, che però Ubisoft dimostra di saper "domare" limitando a poche occasioni gli scatti ed eliminando qualsiasi problema di definizione che avrebbe potuto danneggiare la quantità e qualità di oggetti presentati a video. Le voci italiane, per rispolverare uno dei cliché più classici, offrono una qualità perlomeno saltellante, a cominciare da Gabriel Garko, doppiatore "star" del Principe di Persia. Il suo tono risulta generalmente troppo pacato e distaccato, così da ridurre il coinvolgimento nelle scene che, invece, dovrebbero tenere il giocatore sul filo del rasoio. E' comunque disponibile il doppiaggio originale inglese, che si può selezionare nei menu eliminando così le imperfezioni nel testo a schermo (Spirito Guerriero e il titolo originale, Warrior Within, si avvicendano in modo abbastanza strano).

PRINCE OF CLASSIC GAMING
Osservando in modo più approfondito il gameplay, è indubbio che la formula vincente adottata, o meglio riproposta, da Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo non passi mai di moda, migliorando quegli schemi di gioco che erano propri di Tomb Raider, prima della sua caduta dal trono. L'eccellente progettazione dei livelli, in cui ogni ostacolo e appiglio sembra pianificato con precisione infinitesimale, fa sì che le stanze più grandi siano veri e propri enigmi da cui è necessario uscire adottando prima di tutto l'ingegno (per scoprire qual è il percorso verso la salvezza) e, in un secondo tempo, i controlli. Malgrado il frequente caos dei combattimenti, l'ordine silenzioso delle fasi platform crea una unione di opposti che difficilmente si ritrova in altri titoli simili: spettacolari e silenziosi volteggi lasciano spazio al violento sbattere delle spade accompagnato dalla musica rock, mentre luci fioche si addentrano in una oscurità che sembra permanente, eterea, e invincibile. In senso generale, è proprio l'impatto scenografico la parte del gioco che cattura il giocatore e fa soprassedere sulle imprecisioni, vere e innegabili, legate in massima parte alle inquadrature fin troppo "ad effetto". Perché, se già molte persone non aspettavano altro che visitare la Persia nella parte dell'eroe buono, con tutta probabilità saranno ancora più numerosi quanti vorranno vestire i panni del dannato...
 
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