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Gran turismo 4

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hit man
view post Posted on 26/4/2005, 21:29




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Non è senza imbarazzo che ci accingiamo a recensire l'ultima offerta di Polyphony Digital, accompagnata fin dalla sua prima uscita giapponese da roventi polemiche circa la sua effettiva natura: pericoloso precedente di demo a pagamento, o gioco a tutti gli effetti completo e degno di essere acquistato da ogni amante dei titoli di guida che si rispetti? La verità, solitamente, sta nel mezzo, ma non in questo caso. Citando una famosa serie televisiva, la verità è là fuori, e speriamo che questa recensione offra il corretto viatico per raggiungerla.
Iniziamo con una carrellata di freddi numeri, giusto per inquadrare correttamente Gran Turismo 4 Prologue. Sono presenti sessantaquattro vetture di varia cilindrata, da autentici mostri quali la BMW McLaren F1, a oggetti di culto tipicamente nipponici, come la Suzuki Alto Works Sport Limited; cinque piste completamente nuove e molto diverse tra loro (non quindi ottenute con il taglia e cuci presente in altri titoli), dalla splendida Città di Aria alla leggendaria pista che si snoda alle pendici del Fujiama; la modalità Scuola si compone di quarantuno prove patente più cinque "pause caffè", decisamente varie in quanto a tipo di sfida richiesta, dal sorpasso alla frenata, dalle tecniche di guida più avanzate fino alla prova di consumo carburante, ovviamente a bordo della raffinatissima Toyota Prius a motore ibrido. Confrontati con i numeri annunciati per la versione "completa" di Gran Turismo 4, ovvero cinquecento auto e cinquanta piste, può sembrare che la modesta riduzione del prezzo di vendita di Gran Turismo 4 Prologue non sia affatto sufficiente a colmare l'enorme divario in termini di veicoli e tracciati. Con lo stesso ragionamento, tuttavia, non scorgiamo nel panorama odierno un altro titolo che possa rivaleggiare, in termini prettamente numerici, col futuro best-seller nipponico.

LE BUONE COSE DI UNA VOLTA
Dopo il doveroso resoconto numerico, è bene descrivere per sommi capi la struttura portante di Gran Turismo 4 Prologue. Le due modalità presenti sono la summenzionata Scuola e la consueta Arcade. Al pari di Gran Turismo Concept, lo spin-off di Gran Turismo 3 dedicato ai prototipi, è assente la possibilità di intraprendere una carriera da pilota e di costruirsi un parco macchine attraverso la compravendita delle stesse.

La modalità Arcade è estremamente semplice, e ci vedrà impegnati su cinque percorsi alla guida dei bolidi presenti nel nostro garage (in seguito spiegheremo come ampliare la scelta di veicoli). Le possibilità di personalizzazione sono decisamente scarse rispetto ai capitoli della saga originale, impedendoci di selezionare il numero di giri, rigidamente fissati in cinque per le sfide contro le canoniche sei vetture controllate CPU, e nel giro lanciato per le prove a solo. Le prove rally sono invece ovviamente prive di avversari e si svolgono alternativamente sulla distanza di due o cinque giri, riflettendo le impostazioni delle gare stradali. Se si opta per il controllo via joypad, va segnalata la grave mancanza di attivare la modalità più simulativa, esclusivo appannaggio del Driving Force, supportato anche nella nuovissima versione PRO. Fortunatamente, è possibile disinserire il controllo della trazione e l'assistenza alla guida, ma è preclusa la possibilità di intervenire sulla gestione attiva della stabilità, come era invece concesso nel tuning delle singole auto in Gran Turismo 3. Questa povertà di opzioni vanifica in massima parte l'eccellente miglioramento apportato nella fisica delle auto, apprezzabile da chi può disporre di una periferica dedicata, e che esamineremo nel dettaglio in seguito.
Tra le novità minori segnaliamo l'introduzione di una terza visuale (esterna), caratterizzata da una telecamera più elevata rispetto alla prospettiva presente nei precedenti episodi, nonché una vasta scelta di pneumatici con cui equipaggiare le vetture nelle prove arcade: ordinate per tenuta, abbiamo le "gara", le "sport", le "normali" e le "strada". Infine, possiamo scegliere il livello di sfida offerto dalle auto controllate dalla CPU tra tre alternative. Sfortunatamente, anche impostando al massimo la difficoltà, i piloti navigati avranno vita facile contro gli avversari computerizzati, mai competitivi anche a dispetto di auto potenzialmente più performanti. In compenso, i cinque giri offerti permetteranno di impratichirsi più rapidamente con le nuove piste che, come detto in precedenza, sono decisamente varie e differenziate: il percorso del monte Fuji è perfetto per mettere alla frusta i velocissimo prototipi; New York è un fulgido esempio di circuito stradale, caratterizzato da lunghi rettilinei intervallati da secche curve a 90°; nelle tortuose curve dello Tsukuba Circuit le medie cilindrate faranno valere la maggior maneggevolezza; il Grand Canyon è uno splendido percorso sterrato dalla ragguardevole lunghezza fatto apposta per le ruote artigliate; Città di Aria è un percorso cittadino lungo le anguste strade di Assisi, e per il quale ogni commento è superfluo. Semplicemente, va provato.

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI
Ben più corposa è la modalità Scuola, che gioca la parte del leone in questo episodio un po' sui generis. Gli aspiranti piloti saranno chiamati ad affrontare ben quarantuno prove, che partono dal classico test di frenata, per concludersi con una serie di giri lanciati da completare entro un tempo prefissato. La varietà è decisamente notevole, e copre praticamente ogni aspetto della guida sportiva, dall'impostazione di curva alla guida in fuoristrada, passando per le tecniche di sorpasso e le prove di slalom e di consumo. Ogni test potrà essere superato con tre risultati: oro, argento e bronzo. Il metallo meno nobile è praticamente alla portata di chiunque senza troppo sforzo, mentre quello più prezioso si dimostrerà in alcuni casi assai difficile da raggiungere, aumentando notevolmente l'altrimenti modesta longevità del titolo. Al superamento di ogni prova verremo ricompensati con l'auto con cui la stessa è stata portata a termine, che da quel momento sarà disponibile per l'utilizzo nella modalità arcade. Il percorso verso l'attestato di "pilota coi fiocchi" è diviso in quattro sezioni, e completare una di esse raggiungendo sempre il metallo più ambito renderà disponibile un'auto bonus, tra cui segnaliamo la raffinata BMW M5 Concept (esclusiva della versione PAL) e la bizzarra Toyota Triathlon, dotata di quattro motori elettrici montati direttamente sulle ruote. Come di consueto, nella modalità Scuola non sarà possibile intervenire in alcun modo sul set-up delle auto ma, ancora una volta, a differenza di quanto avviene nella serie regolare non potremo intervenire su una serie di parametri a nostro avviso assai utili, come per esempio il controllo del ghost, l'auto fantasma che rappresenta il nostro miglior risultato e che offre una cartina al tornasole delle nostre possibilità di migliorare la prestazione.
Questo strumento, in generale assai utile, non solo non è mai disattivabile, ma si aggiorna automaticamente ad ogni miglioramento. Questo comporta che talvolta il ghost del nostro giro migliore sarà più fastidioso che utile, impedendoci di vedere con chiarezza il tratto di pista che ci precede (e chi ha provato la pista di New York o la prova dello slalom capisce esattamente a cosa ci stiamo riferendo).

IL PASSO DEL GAMBERO
Dal punto di vista tecnico, Gran Turismo 4 Prologue fa registrare un deciso passo in avanti rispetto al già eccellente predecessore, ma sfortunatamente i miglioramenti non riguardano tutti i comparti, e anzi in alcuni di essi si nota una cura decisamente minore rispetto al solito. Iniziamo con le note liete: la trasposizione digitale delle varie auto è semplicemente stupefacente, al limite del maniacale, e altrettanto valido il design delle piste. La fluidità si attesta su 50 granitici fotogrammi al secondo, e in alcune piste è presente un effetto simile al bump-mapping per donare rugosità al manto stradale (similmente a quanto già visto in Gran Turismo 3). Le riflessioni dell'ambiente sulle carrozzerie sono realizzate in maniera impeccabile, al pari degli effetti di alternanza di luci e ombre. L'aggiunta del pubblico (bidimensionale) è invece altalenante, convincente mentre sfrecciamo tra le ali di folla, assai meno in occasione di un testacoda o di una fermata non prevista, fino a diventare fastidioso quando simula l'invasione di pista da parte dei curiosi nella prova del Gran Canyon. Assai accentuato il flickering, ovvero la fastidiosa instabilità di alcuni elementi, particolarmente nella pista di New York, afflitta per altro da un livello di pop-up assolutamente inusuale per la serie.

Gli effetti sonori sono, al solito, impeccabili, mentre le musiche di accompagnamento e i "jingle" appaiono poco ispirati, se non riciclati di peso dal capitolo precedente. L'intelligenza artificiale fa addirittura segnare un marcato passo indietro rispetto a Gran Turismo 3, in quando non sarà infrequente venire ripetutamente tamponati in rettilineo dall'auto che ci segue (ovviamente, la manovra è stata impostata ad hoc per saggiare l'intelligenza artificiale). Non sarà più possibile "tirare la staccata" alle auto controllate dalla CPU e vederle sbandare, come invece era possibile in precedenza. Infine, come palliativo all'implementazione dei danni (visibili o meno), è stato introdotta l'assai discussa penalità di dieci secondi. In altre parole, un urto eccessivamente violento contro un elemento del percorso o un'auto rivale verrà punito con dieci secondi da percorrere alla velocità di 50 km/h. Questo stratagemma, già discutibile in sé, dimostra tutta la sua inadeguatezza nella pista del Gran Canyon in cui, soprattutto nelle prime uscite, gli urti contro le barriere sono tutt'altro che infrequenti, trasformando i cinque canonici giri in un vero e proprio calvario. Da segnalare la presenza di muri invisibili che impediscono di svariare, anche di pochissimi metri, dal percorso prefissato, unitamente a un'insolita robustezza del fettucciato, che più che nastro sembra di adamanito, tanta è la forza con cui ci respinge in traiettoria.
Se è apprezzabile il tentativo di ridurre il tanto criticato effetto flipper, da sempre piaga della serie, è altrettanto deprecabile non aver introdotto una modalità totalmente libera in cui prendere confidenza con auto e percorsi.

DRIVE FOR DRIVING'S SAKE
I dati fin qui esposti non sembrano certo lusinghieri nei confronti di Gran Turismo Prologue, e fanno propendere per l'ipotesi peggiore: un prodotto raffazzonato e confezionato in fretta e furia, giusto per sfruttare la fama della serie e la voglia di novità degli appassionati, stanchi dei continui rinvii. Chi non ha, o non ha intenzione di comprare a breve, un volante dotato di Force Feedback può ragionevolmente ritenersi soddisfatto da questa descrizione, e volgere i sudati risparmi verso un altro titolo. Fermarsi qui, tuttavia, sarebbe un grave torto nei confronti del più narcisistico e autocelebrativo monumento alla guida che abbia mai graziato il mondo console. Collegata la presa USB al fido Driving Force, davanti a noi si è dischiuso un mondo nuovo. I difetti elencati precedentemente, ahimè, non sono d'incanto svaniti, tutt'alto. Sono rimasti lì a guardarci soddisfatti, felici di aver compromesso un gioco per altri versi spettacolare.

Dallo shimmy sugli sconnessi rettilinei di New York, alle sbandate controllate nei tortuosi saliscendi di Città di Aria, dalla tremenda staccata in fondo al lunghissimo rettilineo ai piedi del monte Fuji, fino alle polverose distese del Gran Canyon, Gran Turismo 4 Prologue ha saputo trasmetterci emozioni mai provate prima nella guida digitale. Il motore fisico, liberato dai vincoli del pad, riesce a trasmettere con incredibile realismo le inerzie e i trasferimenti di carico dei veicoli, avvertendoci prontamente quando l'auto ha raggiunto i limiti di tenuta, sia all'avantreno, sia al retrotreno. Affrontare e superare le quarantuno prove della modalità Scuola non vi tramuterà in esperti piloti nel mondo reale, ma il livello di sfida offerto è pari solo alla gratificazione ottenibile conseguendo l'agognato oro dopo aver percorso senza errori tre giri nella terribile pista di New York.
Aprite il gas troppo presto, e vi troverete contro un muretto. Frenate con l'auto non perfettamente allineata, e il posteriore andrà in direzione opposta rispetto all'anteriore. Accelerate mentre state superando un cordolo rialzato, e verrete premiati con uno spettacolare testacoda. Queste, e molte altre ancora, sono le possibilità offerte dal motore fisico di Gran Turismo 4 Prologue, scelleratamente mascherate dietro un'interfaccia utente fin troppo semplificata. La decisione spetta a voi: potete storcere il naso perché nel replay del Gran Canyon le ruote dell'auto non sembrano toccare il terreno in maniera convincente, oppure potete imbracciare il Driving Force e mettere alla prova i 12.000 rpm della vostra Spoon Civic Type-R nel doppio tornante in discesa di Città di Aria. Quello che resta incomprensibile è perché Polyphony Digital abbia deciso di porci di fronte a questa scelta.

Edited by hit man - 4/5/2005, 14:07
 
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