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Kingdom Hearts

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dark tribal
view post Posted on 3/5/2005, 11:32




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Primo impatto
Sinceramente Kingdom Hearts si è presentato esattamente come me lo aspettavo. Un mix di personaggi che vivono una storia alquanto semplicistica inzuppata di buoni sentimenti, corredata da un battle system che lascia un certo senso di deja vu se avete avuto l’onore tanti anni fa di giocare un grandissimo capolavoro Squaresoft noto come Secret of Mana (conosciuto in Giappone col titolo Seiken Densetsu 2). Il gioco non è niente di elaborato e pare strano quasi che la Squaresoft sia riuscita a trattenersi dal complicare le cose, tenendo conto principalmente di puntare a quel divertimento cui è tanto propensa la Disney. Dopo aver visto varie giochi complessi come Xenogears e Vagrant Story, finalmente abbiamo un prodotto che si rifà alle origini, pur mantenendo quegli elementi sui generis che caratterizzano le produzione di una delle maggior produttrice di giochi di ruolo nipponici.

La storia
Il tutto comincia su Destiny Islands (Le Isole del Destino), un gruppo di isole nelle quali è sempre estate e sulle quali vivono gli allegri ragazzini Sora, Riku, Kairi, Selphie (da Final Fantasy 8, ma in versione bambinesca), Wakka e Tidus (entrambi da Final Fantasy 10 e anche loro in versione infantile). Un brutto incubo turba i sogni di Sora; un cattivo sogno nel quale le ombre conosciute come Heartless, tentano di farlo sprofondare nell’oscurità. Ma svegliatosi, il suo timore viene spazzato via dall’ambizioso progetto che sta portando avanti con Riku e Kairi. I tre infatti sempre confinati nella stessa isola, decidono di costruire una zattera e partire alla scoperta di nuovi mondi. Ma una notte i sogni dei tre vengono infranti. Una tempesta colpisce l’isola e l’incubo di Sora si concretizza spaventosamente. A far fronte alle ombre del suo terribile sogno viene in aiuto una strana chiave utilizzabile come arma, e conosciuta come Keyblade. Combattute le sue paure però, Sora non può fare a meno di vedere Riku cadere nelle tenebre e Kairi esser trasportata via nell’infinito per poi subire la stessa sorte.
Parallelamente al Castello Disney, il mago di corte Paperino si accorge che il re Topolino è scomparso, lasciando un messaggio nel quale dice di esser partito alla ricerca di una soluzione per quel problema che causa lo scomparire delle stelle. Oltre a lasciare il messaggio, il re investe Paperino e il capitano dei cavalieri Pippo, della missione di trovare il possessore della Keyblade.
Da qui inizia un’avventura che porterà l’incontro di Sora, Pippo e Paperino e che li spingerà attraverso nuovi e interessanti mondi.

Vi ricordate di Secret of Mana?
Pare che Squaresoft nella realizzazione di Kingdom Hearts si sia fortemente ispirata a quel vecchio motore di gioco (ma modificato) di Secret of Mana/Seiken Densetsu 2, che tanto la rese popolare (mettiamoci anche il merito di una trama fantastica però) tra tutti i possessori di SNES.
Il gioco comincia comunque con un "tuffo nel cuore", una sezione di tutorial iniziale che mira soprattutto alla personalizzazione del protagonista. Oltre a istruirci al combattimento, durante questo tutorial dovremo anche operare delle scelte che determineranno l’ordine nel quale verranno apprese le abilità aggiuntive di Sora, e il modo in cui salire di livello. Benefici e svantaggi sono ben equilibrati in ciascuna delle tre classi che vogliamo (guerriero, mago, scudiero), che bene si adattano al tipo di sfida che abbiamo dovuto scegliere all’inizio del gioco (modalità Normale o Difficile).
I nostri tre personaggi, affrontano i nemici in dei combattimenti in tempo reale. Niente azioni di combattimento basate su turni o cose del genere, ma pura azione in tempo reale. Ai nostri comandi potrà rispondere solo Sora, mentre per quanto riguarda Paperino e Pippo, sarà possibile solo dare delle direttive comportamentali in fase di combattimento, come la frequenza con la quale utilizzare attacchi speciali e regolari, magie e oggetti curativi. Lo spostamento nell’area di combattimento è completamente libera, eccezion fatta negli scontri contro i boss durante i quali appaiono delle barriere invisibile che non ci permetteranno di lasciare l’area (come dice il proverbio "Chi si estrae dalla lotta, è un gran fijo de na..."). Data l’azione "melee" da combattimento, si rivela particolarmente vitale la possibilità di ruotare l’area utilizzando i tasti R2 e L2 oltre che puntare un determinato nemico, magari quello più pericoloso da eliminare prima di tutti, onde evitare di perderlo di vista (funzione che supplisce a un geniale puntamento automatico). Il nostro Sora potrà sfruttare in combattimento delle combo di colpi il cui numero e stile è modificabile apprendere le varie abilità regalateci del level up, oltre che sfoggiare magie offensive e di supporto e summon (evocazioni) di vario genere. I nomi Blizzard, Blizzaga e Aero, dovrebbero già dire molto ai fan di Final Fantasy. Sconfiggendo i nemici inoltre, il dissolversi delle ombre rilascerà delle sfere di vario tipo e colore: quelli verdi, ripristineranno i punti HP perduti; le sfere giallo e blu sono i Munny, l’unità monetaria di Kingdom Hearts; le bolle invece aumentano la barra di ricarica dei MP. Non possono mancare però i classici equipaggiamenti in grado di modificare i parametri di base dei nostri personaggi, oltre che migliorare le prestazioni in fase di combattimento.
In particolari mondi inoltre, sarà possibile cambiare personaggio del party. Potremo quindi vedere in squadra Tarzan™ (che voglio scrivere col simbolo del Trade Mark come fa Disney sulla guida ufficiale e libretto di istruzioni), la Bestia o Peter Pan. Tali personaggi sono senza dubbio molto più forti e potenti dei nostri Paperino e Pippo, e spesso si rivelerà una saggia scelta sostituirli alle presenza fisse.

Il motore di gioco, nonostante sia più semplificato dal punto di vista gestionale presenta delle limitazioni evidenti. Il numero di oggetti equipaggiabili infatti è piuttosto scarso (si parte da un minimo di due e finirete il gioco in first play con la possibilità di portarne un massimo di tre; quattro per quello che riguarda Pippo). Assieme a questo il numero di MP disponibili per personaggio con difficoltà raggiungeranno la decina, rendendovi le cose particolarmente difficili quando si tratterà di affrontare boss vulnerabili solo alla magia o che richiederanno una cura costante causa l’ingenza dei danni. Il menu di selezione rapida, è un’altra componente alquanto scomoda quando l’indicatore d’energia del nostro personaggio lampeggerà rosso. Durante le fasi di combattimento infatti è impossibile aprire il menu generale e la selezione delle voci di menu in tempo reale tramite il pad digitale, richiede la presenza di un braccio sinistro aggiuntivo. Qualora appartenessimo al genere umano, piuttosto che alle piovre, potremo ricorrere alla levetta analogica destra (mollando i tasti di azione dunque), che si rivelerà oltremodo imprecisa e spesso e volentieri ci metterà in guai ancora peggiori. Ma anche avendo raggiunto l’oggetto necessario o aver trovato la magia giusta (per queste ultime si può avere accesso a un comodo e semplice menu rapido), dovremo avere fortuna che durante il lasso di tempo nel quale il nostro Sora lancerà o utilizzerà la magia non venga colpito. In evenienze del genere, l’azione verrà interrotta e in caso di condizioni critiche sarà il game over (e vi assicurò che almeno un paio di volte dovrà capitarvi!).
Pare che durante la programmazione comunque, la Squaresoft non sia stata minimamente influenzata dalla Disney nell’ambito del gameplay, pur mantenendo però quella sdolcinatezza alla quale la società del mitico Walt ambirebbe a mettere il Trade Mark. Non abbiamo di fronte un gioco troppo semplicistico e dallo sviluppo fin troppo infantile, come il logo Disney potrebbe far presagire. Pur mantenendo toni non troppo violenti come in Vagrant Story per esempio e carichi di tensione non ossessivi come nella serie di Final Fantasy, il concept e lo sviluppo della trama, non si pongono allo stesso livello di una fiaba per bambini, andando avanti come le leggi della Square insegnano (colpi di scena, momenti tristi e divertenti). Il livello di difficoltà dei combattenti non rasenta affatto l’ostentata semplicità, quanto la foga della battaglia e quella particolare difficoltà che già abbiamo avuto modo di incontrare nelle fasi finali di Secret of Mana. A rendere ulteriormente complicate le cose, si aggiunge la possibilità di affrontare il gioco in modalità difficile (portandolo a termine potremo vedere le stat del nostro comportamento), e un torneo nel mondo di Ercole ispirato un po’ al mitico Battle Square del Cold Saucer di Final Fantasy 7. La longevità del gioco quindi, viene assicurata dal livello di difficoltà abbastanza elevato, da una seconda chiave di gioco e dagli immancabili Side Quest che fortunatamente non si rivelano frustranti e troppo circoscritti in date zone come in Final Fantasy 10 (chi ha detto Zoolab?). Non mancano le Weapon (creature più potenti del boss finale che spesso troviamo in Final Fantasy), dovremo ritrovare i 99 cuccioli di Pongo e Peggy (da “La Carica dei 101) smarriti in giro per i vari mondi, fare gare di salto con la liana e scivolo nel mondo di Tarzan™ e le ancora non citate sessioni di shot’em sulla Gummiship.
Cos’è questa Gummiship? Ebbene, lo spostamento per i vari mondi avviene mediate questa sorta di astronave creata coi Lego da Cip e Ciop (sì ci stanno pure loro, ma stavolta non faranno perdere le staffe a Paperino). La sessione di gioco ricorda molto Star Fox/Wing per Super NES e durante la nostra rotta dovremo abbattere le navi lego che ci vengono addosso le quali rilasceranno componenti della loro struttura. Potremo sfruttare queste nuove parti per creare nuove, più potenti e manovrabili Gummiship per affrontare le rotte terribilmente pericolose. Se la sessione di shooting ci annoia cmq, è possibile installare sulle Gummiship un dispositivo di Warp che ci consentirà di effettuare le rotte già percorse in puro stile salto nell’iper-spazio già visto in Star Wars.

Deja vu

Vi ricordate di loro? Certo che sì, li abbiamo già visti per vari Final Fantasy intenti a salvare il mondo dalle grinfie del cattivone di turno. Per i meno familiari con la serie di Final Fantasy, ecco a voi una carrellata dei personaggi che incontreremo.

Aerith Gainsborough
Questa dolcissima fioraia proviene da Final Fantasy 7, titolo nel quale è destinata a un triste destino. Gentile nei modi di fare, prova un sentimento molto profondo nei confronti di un guerriero che ha apparentemente perduto la sua umanità, cedendo al potere delle tenebre. Nella speranza di poterlo ritrovare un giorno, fa fronte comune con Squall/Leon e Cuffie nel contrastare gli Heartless. Prima di Kingdom Hearts, Aerith si fa rivedere in un altro grande titolo Square: Final Fantasy Tactics.

Cid Highwind
Parafrasando una famosa canzone di Francesco de Gregari, dire che di Cid ce ne sono tanti, milioni di milioni. Da Final Fantasy 2 infatti, Cid è un personaggio onnipresente nella serie più popolare di casa Square. Pur cambiando aspetto fisico e carattere, la possibilità degli spostamenti mediante mezzi di trasporto è sempre legato a questo nome e Kingdom Hearts non fa eccezione (ma lo scoprirete solo dopo un certo evento). Il Cid qui presente proviene anch’egli da Final Fantasy 7, e mantiene il solito aspetto sciatto e coatto, da perfetto burbero. Sicuramente per una ragione di moralismo, la sua classica sigaretta è stata sostituita da uno stecchino.
Cloud Strife
Un guerriero biondo dai capelli appuntiti e lo sguardo freddo. Sembra che Cloud abbia perso molta della sua umanità dagli avvenimenti di Final Fantasy, e si sia anche scordato di una persona importante per lui. Incredibilmente forte e veloce, Cloud brandisce un’enorme spadone fasciato (Buster Sword), col quale è in grado di portare attacchi potenti a velocità pazzesche. Cloud fa anche altre apparizioni in titoli Squaresoft come personaggio regolare in Ehrgeiz (picchiaduro) e segreto in Final Fantasy Tactics.

Moguri
Questi carinissimi e buffi esserini che terminano sempre le loro frasi con "kupo!", dalle ali di dragon e una pendice vistosa che spunta dalla testa conosciuta come "pom-pom", fanno la loro comparsa per la prima volta in Final Fantasy 3 e quindi si fanno vedere sporadicamente in vari titoli. In Final Fantasy 6 assumono un ruolo determinante, e popoleranno il mondo di Final Fantasy 9 venendo in soccorso a Jidane quando dovrà salvare sulla mappa.
Selphie Tilmitt
Con quattro anni in meno rispetto agli avvenimenti di Final Fantasy 8, Selphie non manca del suo classico comportamento vivace, e non manca di esibire la sua vena romantica. I suoi rinomati e lunghissimi nunchaku sono qui stati sostituiti da una corda per saltare, mentre il suo classico vestitino giallo è rimasto fisso.

Sephiroth
Il cattivone di turno di Final Fantasy 7, è tornato ancora più arrabbiato e con ancor meno senso dell’umorismo in Kingdom Hearts. Il suo lunghissimo satana conosciuto come Masamune Blade, rende merito alla sua proverbiale potenza che fa di lui un terribile avversario (Weapon?). Sephiroth appare anche come personaggio segreto in Ehrgeiz, picchiaduro Square.

Squall "Leon" Leonheart
Protagonista di Final Fantasy 8, ha sul volto una cicatrice causatagli da Seifer Almasy, un suo compagno di addestramento che nella storia Square passa in seguito alle forze del male, dalla parte della strega Ultimecia. Noterete certamente la Gunblade, una pistola a tamburo con una lama al posto della canna, dotata di una potenza a dir poco distruttiva. Il suo look è decisamente cambiato, e il taglio dei suo capelli è piuttosto simile a quello di Zack di Final Fantasy 7.

Tidus
Lo abbiamo incontrato in Final Fantasy 10 come l’asso degli Zanarkand Abes, e discreto combattente dalle indiscusse doti atletiche. Buffissimo il suo aspetto in versione quattordicenne, come divertente la sua vocina nel doppiaggio giapponese. La sua spada è qui sostituita da un bastone di legno, che padroneggia esattamente come nel gioco che lo vede protagonista.

Yuffie Kisaragi
Potete anche darle l’attributivo di “Materia Hunter”. Yuffie è un personaggio segreto di Final Fantasy 7, una ninja ricercatrice di Materia (cristalli generatisi dal Lifestream, in grado di dare poteri speciali a chi li porta) proveniente dalla regione di Wutai.

Wakka
Migliore amico di Tidus nonché compagno di squadra dei Beside Aurochs in Final Fantasy 10. Il suo accento vagamente giamaicano e l’enorme mascella, fanno di Wakka un altro buffissimo personaggio.

Ma che musica maestro!
Al character design fa il suo ritorno Tetsuya Nomura che sembra non essersi stancato dalle fatiche di Final Fantasy 10. Certo lo sviluppo di Kingdom Hearts non è stato niente di particolarmente elaborato visto che a svolgere gran parte del lavoro ci ha già pensato la Disney intere decadi fa. Abiti larghi e scarpe così grandi da sembrare da pagliaccio, sono il look principale di Sora, mentre Rike e Kairi preferiscono abiti più aderenti. Animazioni cartoonesche, che non sembrano presentare un minimo accenno di Motion Capture e quel così incredibile realismo al quale titoli come Final Fantasy 10, Metal Gear Solid 2 o Soul Calibur hanno saputo farci vedere. Le animazioni comunque non si presentano troppo legnose e restano nell’ambito della fluidità, nonostante le situazioni più caotiche (per esempio la sconfitta contemporanea di più nemici che causa una pioggia i oggetti bonus) portino a un notevole rallentamento in termini di FPS della durate di due o tre secondi. Questo marginale difetto entro i limiti della tollerabilità conferma come la perfezione non sia dote umana. La definizione delle texture non è certo il massimo che si può avere, ma c’è da tener conto di come l’engine grafico di Kingdom Hearts non sia nulla di minimamente paragonabile ai suddetti titoli già citati. Riguardo l’aspetto dei personaggi posso solo tirare a indovinare non sapendo se il tutto è una scelta voluta dai programmatori tesi a mostrare su schermo qualcosa dalle fattezze simili a quelle di un cartone animato.
Ottimamente realizzati i personaggio Disney, che nella loro trasposizione videoludica non mancano di rispettare la classica stilizzazione fumettistica. Curati nei minimi dettagli anche particolari come il naso di Pippo, la coda scodinzolante di Cip e Ciop, per non parlare poi delle animazioni e pose di vittoria del Colosseo (divertentissima la classica ballatta marinaresca di Paperino).

Il monster design si dimostra anch’esso abbastanza buffo e perfettamente da cartone animato. Le ombre infatti assumeranno diverse forme a seconda del mondo in cui ci troviamo, e si comporteranno spesso in modo stupido. Salteranno tenendosi in mano il piede quando gli pesteremo le dita, oppure si gratteranno la testa confusi quando ci perderanno di vista.
Il buon comportamento della telecamera, comincia a venire meno durante i tornei al Colosseo, dove per forza di cose, l’area di combattimento è ristretta e non è sempre possibile tenere sul campo di ripresa il nemico che ci sta attaccando (ce ne accorgeremo solo dopo aver preso una colossale mazzata).
Nel reparto audio non troviamo stavolta Nobuo Uematsu, che pare aver giurato fedeltà a Final Fantasy, ma una valida sostituta che risponde al nome di Yoko Shimomura che sa certamente il fatto suo in materia. Perfettamente azzeccata la musica dei boss con quell’altisonanza che evidenzia il particolare pericolo e senz’altro valida anche la scelta di differenziare i vari BGM di battaglia in base al mondo in cui ci troviamo. La normale musica d’accompagnamento, andrà in fading lasciando i canali liberi al più incalzante motivo del combattimento e una volta ripulita l’area, tutto tornerà alla normalità. Per la versione italiana purtroppo non potremo godere di un doppiaggio nella nostra amata lingua, ma dovremo accontentarci di un parlato inglese (in questo caso pare che il cast di doppiatori dei cartoni animati Disney sia lo stesso di quello del gioco) sottotitolato in italiano. Purtroppo giocando la versione PAL non è possibile valutare quanto il doppiaggio giapponese sia senza dubbio di qualità migliore rispetto a quello inglese, vuoi per l’armonia e il carattere della lingua, vuoi per l’impegno e il sentimentalismo (che quasi traspira un non so che di nazionalismo) che ci mettono gli attori nell’interpretare i ruoli.




Commento Finale
Permettetemi prima una critica personale. Sinceramente ho considerato l’idea di un gioco Square con dentro personaggi Disney davvero simpatica e divertente. Nonostante lo svolgimento del gioco abbia deluso le mie aspettative (in senso buono), mi sono ritrovato con una sorta di amaro in bocca riguardo la stragrande presenza dei personaggi Disney e l’eccessiva minoranza di quelli Squaresoft. Il gioco è senza dubbio troppo votato verso Disney, cosa che lascerà sicuramente un certo senso di delusione ai fan della saga Squaresoft che magari avrebbero preferito di gran lunga ritrovarsi Cloud Strife in squadra, piuttosto che Aladin. Tutto ciò può purtroppo far allontanare da questo prodotto gli appassionati di Final Fantasy.
A parte questo difetto, il mio timore di aver per le mani un titolo mirato a scadere nella mera commercialità si è dissolto come una bolla d’aria. Kingdom Hearts è senza dubbio un fantastico gioco (magari un azzeccatissimo regalo di Natale) per grandi e piccini, bandito dalle eccessive forme di violenza, divertente e dotato delle sfide necessarie che ogni buon appassionato di JRPG amerebbe trovarsi per le mani.
 
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