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Unreal Championship 2: The Liandri Conflict

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hit man
view post Posted on 5/5/2005, 15:16




Epic Games alla ribalta con un ibrido tra first person shooter e sparatutto in terza persona.

Piccola ma doverosa premessa: come da tradizione, è nel gioco on-line che Unreal Championship 2 esprime il suo più alto potenziale ludico. Sostanzialmente votato al multiplayer, ma garante di un’esperienza in solitaria utile per l’affinamento delle proprie capacità “fraggatorie”, il prodotto Epic Games trova in deathmatch furiosi e in un azione di gioco furibonda il proprio credo giocoso. Ignorate Halo, dimenticate i risvolti tattici di Rainbow Six, mettete da parte la filosofia da seconda mossa di Killzone: UC2 è un fps ignorante, che punta a un’esperienza viscerale, impulsiva, mettendo alla porta definizioni come tattica e strategia, tralasciando l’impianto narrativo (invero pretestuoso) e inserendo una modalità in singolo che ha ragione di esistere solo a fini d’allenamento. UC2 vive nell’azione furibonda, nell’incandescenza degli scontri a fuoco e nelle situazioni di difficile decifrazione, con personaggi che saltellano da una parte all’altra dell’arena come canguri impazziti, vomitando ogni sorta di munizione senza economizzare e contribuendo a dare una sferzata di frenesia al tutto.

A dispetto degli illustri colleghi, UC2 tenta di differenziare la propria struttura di base apportando una corrispondenza biunivoca tra visuale in prima e terza persona, senza per questo snaturare la sua natura da fps di razza. Per affinare gli scontri corpo a corpo, selezionando l’arma apposita l’azione viene automaticamente ripresa da un cameraman abilmente posto alle spalle che ottimizza la percezione dell’ambiente circostante, favorendo l’esecuzione di salti, sponde sui muri di matrixiana memoria e funambolismi volanti di svariata natura. Prima di vagliare le residuali novità, appare ragionevole menzionare il sistema di controllo, che traduce la complessità dei comandi in una moltitudine di possibilità d’attacco, di spostamento e di auto-potenziamento. Frastornato sulle prime battute, il giocatore grazie all’ottima mappatura del pad acquista una padronanza pressoché totale del proprio alter ego virtuale. Benché alcune arene di ragguardevoli dimensioni scoraggino attacchi ravvicinati, in talune situazioni, specie in spazi stretti e se attorniati da più ostili, è imprescindibile l’utilizzo della terza persona, che rende meno difficoltoso schivare i colpi nemici, complici dei personaggi che hanno possibilità di movimento più articolate rispetto a quanto proposto negli altri fps sulla piazza.

Non finisce qua. A rincarare la dose in quest’fps fracassone, arriva la possibilità di attivare uno scudo tramite la pressione simultanea dei due grilletti, di respingere i colpi avversari e di attivare una delle sei abilità prevista per ogni personaggio, tra cui ricarica di energia, maggiore agilità e incremento della potenza di fuoco. Tacendo poi della possibilità farsesca di effettuare delle sorte di fatality dopo aver bloccato l'avversario, da eseguire tramite una sequenza di tasti che lo manderà all’altro mondo, una trovata che sottolinea l’influenza di Midway (nuovo produttore) peraltro rimarcata dalla presenza di Raiden come personaggio sbloccabile. Il vasto assortimento di arene, l’ottimo armamentario e la lodevole IA dei bot denotano notevoli sforzi da parte degli sviluppatori: il primo, che tocca un numero complessivo di quasi cinquanta unità, risulta ben variegato nonché particolarmente ispirato; il secondo gode di un discreto bilanciamento dei gingilli di distruzione mentre l’IA regala soddisfazioni specie ai livelli di difficoltà più elevati.

Se la campagna in singolo dev’essere considerata un valore aggiunto nell’economia del gioco (per quanto ricca di dialoghi risibili e con una trama degna di una telenovela argentina), il punto focale dell’esperienza ludica rimane Xbox Live!. Per quanto il numero di giocatori componenti il match raggiunga il totale di otto, la possibilità di personalizzazione della partita risulta altissima (armi, power up ecc). Tecnicamente, il lavoro svolto dai programmatori è degno di lode, con un frame rate granitico che nemmeno nelle situazioni obese pare incorrere in incertezze. Giochi di luce, level design particolarmente ispirato, grande cura per i dettagli, anti-aliasing e animazioni pregevoli. Il reparto audio invece non è allo stesso livello, complice una colonna sonora non particolarmente azzeccata. Comunque presenti ottimi effetti sonori e un campionario di voci digitalizzate alla perfezione. Per finire, Epic Games aggiunge la prospettiva in terza persona al concept di base senza snaturare il genere, e anzi deviando dal modello di base e proponendo un fps che splende di luce propria. Per quanto insapore in singolo, The Liandri Conflict esprime il suo più alto potenziale ludico nella modalità multiplayer, con un azione frenetica e viscerale. Chapeau.
 
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