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Enthusia Professional Racing

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view post Posted on 24/5/2005, 18:12




Enthusia Professional Racing

Una simulazione atipica…

Dopo aver perso, seppur di strettissima misura, il trono di migliore simulazione di guida assoluta, a favore di Forza Motorsport su Xbox, Gran Turismo 4 è atteso da una nuova sfida. Questa volta dovrà cercare di tenersi stretto il suo dominio su PS2 dall’attacco di Konami, che dopo aver conquistato la prima piazza con gli Stealth Games e i titoli calcistici va all’assalto anche del primato nella categoria dei racing game di impostazione simulativa. Abbiamo già assistito, nel raffronto tra il titolo Microsoft e quello Poliphony, alle differenti accezioni che il termine “simulazione” può assumere nel campo dei giochi di guida: dalla risposta ai comandi, al comportamento e alla diversificazione delle differenti autovetture, dal rombo dei motori, alle sensazioni offerte dalla gara e dalla competizione, dall’aspetto economico/manageriale, alla cura per gli assetti, le regolazioni, il modding e il tuning. Tante sfaccettature per cui i due titoli, sviluppati per le diverse piattaforme, offrivano una loro precisa interpretazione, dando vita a parallelismi più che legittimi e battagliando in maniera serrata su ognuno di questi aspetti. Enthusia invece non cerca un confronto diretto coi due e tratta diffusamente solo alcune delle caratteristiche dei suddetti titoli, non seguendo il filo conduttore delle simulazioni totali, ma proponendo all’utenza una variazione sul tema, qualcosa di nuovo che garantisca un’esperienza ludica a tratti molto differente e innovativa.

L’aspetto prettamente simulativo riguarda il comportamento delle vetture su pista, ricreato a dovere ricostruendo abbastanza fedelmente le caratteristiche tecniche e la fisica di oltre duecento modelli presi dalle più famose case automobilistiche di tutto il mondo, e introducendo la variabile della frizione, non presente in FM e GT4. Grazie a questa aggiunta, l’esperienza di guida, specie dopo aver acquisito una discreta pratica, o per i piloti più esperti, o altresì per i possessori del volante, si arricchisce, divenendo più profonda e completa. Certo i giocatori occasionali eviteranno di usarla e la rilegheranno nel dimenticatoio, ma per gli amanti delle reali sensazioni di guida sarà la fonte di nuova linfa, di attenzione, di giubilo. Non si lascino però ingannare i neofiti, poiché Enthusia Professional Racing offre all’utenza gli approcci più disparati, dando la possibilità di settare gli aiuti che agevolano la trazione ed eliminano lo slittamento.

Come detto, molti altri aspetti, caratteristiche di successo di GT4, non sono stati trattati, o sono stati affrontati e sviluppati in maniera differente. Innanzitutto non è presente alcun fattore manageriale, e non si parla più di garage, quanto di collezione. All’inizio della modalità enthusia life si ha a disposizione una ristretta lista di auto tra le quali scegliere per partecipare alle gare. Una volta vinta la gara, grazie ad un’azione di sorteggio è possibile accaparrarsi una delle altre vetture presenti durante la corsa, per farla entrare a far parte della collezione personale: niente denaro e niente compravendita di veicoli, ma neanche di pezzi di ricambio. Infatti è impossibile modificare o upgradare le autovetture, ma soltanto intervenire sugli assetti (altezza da terra, sospensioni, ammortizzatori, rapporti delle marce). Le auto, tuttavia, col proseguo del gioco aumentano automaticamente il loro livello di messa a punto e subiscono dei potenziamenti che riguardano peso, pneumatici e potenza.

Ma andiamo a descrivere con più puntiglio questa stravagante e rivoluzionaria modalità che premia il corridore più abile, ma anche il più onesto e corretto. La carriera è suddivisa in settimane, e durante ognuna di queste l’utente è chiamato a prendere parte ad una corsa contro auto di fascia di potenza diseguale. Portata a termine con successo una delle gare sarà elargito un certo numero di punti abilità che dipendono dalla posizione all’arrivo in relazione alla potenza del mezzo scelto per affrontare la corsa: meno potente è la macchina scelta e più saranno i punti abilità assegnati a fine gara. La difficoltà maggiore sta proprio nel competere con auto meno potenti della media, in contrapposizione netta con quanto avviene in GT4, nel quale si è quasi spinti all’overtuning per affrontare le corse con un bolide ultramodificato e nettamente superiore alle altre auto in pista. Purtroppo ad aiutare l’utente, oltre alla sua abilità, si aggiunge una IA lacunosa e non sempre adeguata. A differenza di GT le altre auto hanno coscienza del pilota umano, ma non brillano certo per intraprendenza e furbizia.

Le novità non sono finite qui, in quanto bisognerà tenere d’occhio anche i punti Enthu, che corrispondono al tasso di correttezza del pilota. Si parte con un determinato numero di punti Enthu, che vanno a diminuire dopo ogni scontro con gli altri veicoli o con le barriere. Pur non registrandosi danni ne riscontrabili graficamente sulla carrozzeria, ne di tipo meccanico e delle prestazioni, la diminuzione di questi punti influisce negativamente sui punti abilità, e questi vengono recuperati solo parzialmente a fine gara, incidendo quindi sulle corse successive. L’indicatore più importante da considerare, in questa modalità riguarda la posizione di classifica: inizialmente si parte molto in basso( la millesima posizione), per poi scalare in seguito ad ogni risultato positivo conseguito. Scesi a zero i punti Enthu viene automaticamente preclusa la possibilità di partecipare alla gara della settimana successiva, e quindi, il turno di riposo fa compiere un passo indietro in classifica generale.
L’altra modalità nuova di zecca si chiama driving revolution, e rappresenta una sorta di allenamento per apprendere al meglio lo stile di guida da affrontare nelle diverse piste. Si tratta di corse su giro singolo, ognuna dislocata su una pista diversa, disseminate di checkpoint. Questi punti di controllo, posti in rapida successione, non soltanto devono essere centrati dal pilota, stabilendo così la traiettoria ideale, ma anche oltrepassati ad una determinata velocità, segnalata da un particolare indicatore che varia nel colore e nell’altezza a seconda dell’avvicinamento, o dell’allontanamento dal punto di velocità richiesto.

Parlando del lato tecnico, è innegabile il buon risultato ottenuto da Konami, grazie agli sforzi profusi in primo luogo verso la ricostruzione delle autovetture, fedeli alla realtà anche se al di sotto di quanto ammirato in GT4, soprattutto per le texture, non sempre all’altezza e per le forme, più verosimili nel titolo Poliphony. Un buon risultato è riscontrabile anche per ciò che concerne i tracciati, ricchi e accattivanti, anche se meno definiti e infarciti di particolari rispetto al rivale. in generale è sicuramente da apprezzare l’ottima fluidità, sempre costante, con la quale il motore grafico girà senza incertezze o singhiozzi. Insomma, un titolo che offre molti buoni spunti, ma che presenta anche lacune e incertezze. Prima fra tutte l’assenza di una visuale posteriore quando è settata quella esterna. Una mancanza, che come era avvenuto, per R: Racing Evolution è condizionante e riserva spesso sgradite sorprese, specie quando si viene sorpassati all’ultima curva. Inoltre ha fatto storcere il naso l’interfaccia generale intricata, fumosa e arzigogolata. Poco intrigante, specie per forme, caratteri e scelte cromatiche, è stata appesantita oltremodo per risultare completa e dettagliata. Tuttavia la navigazione tra i menù risulta complicata e occorre parecchio tempo per impratichirsi e muovercisi con scioltezza e naturalezza. L’altra nota dolente è rappresentata dall’intero comparto sonoro, composto da rombi dei motori non degnamente riprodotti e diversificati e da musiche sottotono: i menù sono accompagnati da una musichetta in stile “clone dell’ombra del fantasma di GT4” e i temi musicali in game si dimostrano alquanto anonimi e poco adrenalinici.
 
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