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Medal Of Honor: European Assault

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ovonokiovo
view post Posted on 27/6/2005, 13:11




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Quella di Medal of Honor è senza dubbio la serie che ha avuto il merito di portare in auge gli sparatutto su sfondo bellico ambientati nella seconda Guerra Mondiale. Il primo episodio uscito su Personal Computer nel lontano 2001 e ancora prima gli episodi usciti su Psx (che hanno visto i natali del brand), hanno dato il “la” ad un sottogenere degli FPS che sembra non conoscere momenti di stanca. Ad affiancarsi agli episodi usciti in questi quattro anni, sono nate serie del calibro di Call of Duty e Brothers in Arms, giusto per citarne due, che hanno saputo differenziare l'offerta ludica offerta inizialmente da Electronic Arts. Se infatti l'intera produzione del colosso americano si incentrava in particolare sulla frenesia degli scontri e su una ricostruzione degli scenari più spettacolare che storicamente veritiera, le offerte proposte rispettivamente da Activision e Ubisoft, andavano a toccare temi quali il realismo e la cooperazione, tenuti invece in disparte da EA.
Quella di European Assault doveva essere, così come presentata fin dalla prime battute, come una risposta alle due software house appena citate e contemporaneamente, il rilancio di un brand che nel frattempo ha segnato qualche passaggio a vuoto, specialmente su console, con il non certo esaltante Rising Sun. Assoldato uno sceneggiatore di successo particolarmente esperto in questioni belliche, tale John Milius e messo a punto un nuovo sistema di gioco, riportante l'altisonante nome di Open Battlefield, Medal of Honor è finalmente pronto per dare l'ennesimo assalto al territorio Europeo. European Assault, questo infatti il nome del capitolo della serie, porterà il giocatore a prendere parte ad alcuni degli eventi storici che hanno caratterizzato il corso della seconda guerra mondiale, così come da consolidata tradizione del genere.

Partendo dalle operazioni svolte in Francia, per proseguire poi con la campagna in Nord Africa e gli assalti alla Stalingrado russa e alla battaglia del Belgio, Electronic Arts ci trascina di peso al centro del conflitto, nella speranza che le novità introdotte in questo capitolo possano attirare quei giocatori che nel frattempo hanno trovato maggiori soddisfazioni e varietà d'approccio verso altri lidi. Novità e variazioni sul tema che non mancano nemmeno in European Assault, anche se forse la direzione intrapresa non è esattamente delle migliori. Se Call of Duty e Brothers in Arms introducevano un certo grado di realismo e un'atmosfera di profonda credibilità, grazie soprattutto ad una certosina ricostruzione degli eventi, EA sceglie di prendere una strada completamente opposta, andando ad intaccare quell'integrità di realismo che ha sempre permeato il genere degli sparatutto bellici.

Il nuovo punto di vista made in EA si mette subito in mostra tagliando i ponti con checkpoint o save point di qualsivoglia fattezza, introducendo invece il concetto del “rivive”. Dopo aver portato a termine un obiettivo della missione, principale o secondario che sia, riceveremo come premio per il nostro operato un bonus “Rivive” che permetterà, anche dopo essere stati fisicamente eliminati, di “risorgere” dalle nostre ceneri e di proseguire la missione come niente fosse. Un'idea discutibile già di per sé, perché ovviamente tale soluzione ha pochi punti di contatto con la realtà, ma che trova poi una scarsissima applicazione sul campo. Capiterà più di una volta che i Revive raccolti non siano sufficienti per portare al termine la missione. A questo punto, vista l'impossibilità di salvataggio e di checkpoint, saremo costretti a ricominciare tutto daccapo. Un vero smacco per il giocatore, soprattutto se questo si troverà a pochissimi passi al termine della missione.
La seconda novità di European Assault riguarda le Nemesi, veri e propri boss da eliminare su indicazione del nostro comando, che resisteranno con maggiore storicità ai nostri colpi e spesso risponderanno al fuoco da par loro, ma che obiettivamente non riescono a trovare una loro esatta collocazione, perennemente a metà strada tra un end level boss di quakkiana memoria e un normale, stupido, soldato semplice. E proprio per rimanere in tema Id Software è da citare l'elemento “Adrenalina”. Una particolare barra, posta sull'HUD, che si riempirà in base alle nostre azioni militari e uccisioni e che, una volta colma, ci permetterà di dare sfogo alla nostra rabbia, in puro Beserk-Style (ricordate Doom?). In questo frangente, che durerà qualche manciata di secondi, i danni inferti ai nemici aumenteranno nella loro efficacia mentre, per contro, qualsiasi colpo infertoci non lascerà la minima traccia.

Per ultima, trova degna citazione, la volontà di EA di prendere spunto dal modello di gioco offerto da Brothers in Arms, offrendoci una sua versione di cooperazione e comando di un piccolo gruppo di soldati che sebbene richiami alla memoria quanto visto in casa Ubisoft, non riesce a trovare una valida e realistica collocazione sul campo. I compagni comandati con l'ausilio del tasto R2 non godono, al pari degli avversari, di una Intelligenza Artificiale tale da renderli indipendenti e al riparo dagli imprevisti più ovvi. Li ritroveremo più volte a non reagire prontamente di fronte al fuoco nemico, o ad impallare maldestramente la nostra linea di fuoco (fortunatamente il friendly fire è disattivato), andando a ricoprire più una figura di contorno che non elemento di gameplay approfondito a dovere e degno di essere sfruttato a vostro favore. Una serie di novità, quelle introdotte da EA, che portano European Assault ben lontano dalla strada tracciata dal primo, immortale, episodio, portandola verso all'esterno di un genere che ha avuto il merito di creare. E che, soprattutto, non funziona. Sebbene la struttura del gioco sia molto simile a quanto già visto, con missioni “a tema” strutturate con obbiettivi primari e secondari, l'FPS di Electronic Arts sembra soffrire di quella crisi di identità che spesso attanaglia serie con un glorioso passato sulle spalle ma che desiderano a tutti i costi rinnovare un canovaccio ormai stantio. Ed in questo caso EA sembra veramente aver grattato il fondo del barile.
Anche dal punto di vista tecnico European Assault non gode di una realizzazione degna di nota. Modelli poligonali scarni, animazioni non certo eccellenti, scenari di gioco poco ispirati e una intelligenza artificiali più scriptata che mai, portano questa terza uscita su console di Medal of Honor ad una blanda sufficienza di rito, ben lontana da quanto preventivato invece dal team di programmazione. Una sufficienza guadagnata più per la buona qualità degli scontri, in cui convivono le possibilità di duelli “corpo a corpo” e quelli invece più tattici, che non per le vere novità introdotte in questo episodio che, al contrario, evidenziano la blanda risposta di Electronic Arts alla sempre più agguerrita concorrenza. Nota di merito, invece, va alla buona realizzazione delle armi, ottimamente caratterizzate nell'estetica e verosimilmente differenziate nel comportamento. Così come da tradizione potranno essere solo due quelle date in dotazione ad inizio missione, ma potranno essere cambiate in corso d'opera con quelle sottratte ai nostri avversari o con alcune (vedi i bazooka), che troveremo sparse nei livelli di gioco.

Il terzo assalto della corazzata battente bandiera EA s'infrange sulla scogliera del gameplay, naufragando nel mare della banalità e della ripetitività. Se European Assault doveva essere un ritorno in pista della serie che ha dato i natali agli sparatutto bellici ambientati nella seconda guerra mondiale, c'è di che essere davvero preoccupati. Poche idee, alcune concettualmente vecchie e completamente fuori contesto, hanno portato questa terza uscita su console di Medal of Honor ad essere un episodio trascurabile e da dimenticare al più presto.

per i trucchi

per la soluzione

Edited by ovonokiovo - 27/6/2005, 14:18
 
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